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Giorno di mercato

di Giuseppe Carlo Airaghi
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Pubblicato il 27/10/2020 15:51:40

Nella luce distesa del mattino

resta qualcosa impigliato alle fronde

dei platani protesi a proteggere

i banchi disarmati del mercato.

Resta qualcosa impigliato ai tendoni

ai vulnerabili carciofi esposti,

già sbucciati, all'arcobaleno stinto

delle magliette appese alle grucce,

all'afrore di pesce fritto, a quello dei cani

trattenuti al guinzaglio

che si fiutano l'un l'altro il sedere,

ai sorrisi azzannati, condivisi

da questa umanità animale

aggrappata feroce alla vita,

alla fatica della presa.

 

Resta qualcosa impigliato

a qualcosa che rinasce,

per cui vale la pena esserci e confondersi

e innamorarsi ancora come i vecchi

che ancora non si fidano

di lasciare a casa il cappello,

che si tengono per mano

trascinando il carrello

con le verdure che spuntano

più colorate di un fiore,

più saporite delle rose.


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