Forgiata nel corso degli anni
porta la benedizione e la cenere
morde emettendo sibili acuti
ogni foglia del sottobosco-
ha occhi di lucciola libera
nel transitare accesa come un lapillo.
Aprimi le tue labbra, fiamma di luci,
per cogliere il varco al tuo astro,
per aprire tutte le porte del cielo-
io perso nei sogni tuo prigioniero
dei lineamenti leggiadri,
della simmetrica figura statuaria.
Saranno inumidite le lenzuola?
Il mio silenzio è voce d’uomo
che t’indica la via maestra.
Rotoli nell’erba palpeggiata dal rivale
il vecchio sudore del seme un rampicante
di farina che scivola sino alla tua bocca.
Ah lievi, pazze coppe agili
aria che scende in un mare a valle
come il sole a forma di colomba.
Ah sapori, palpebre d’ala viva
con un tremore di fiori.
Ah cosce snelle di miele svestite.
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