….una fluttuazione quantistica di materia ed energia che con una violenza inaudita si espanse producendo spazio-tempo in cui materia ed energia iniziarono un ballo indiavolato scambiandosi ruoli ad un ritmo frenetico.
In un caos senza paragoni, tutti si scambiavano i partner con tutti: come ad un ballo in maschera, quark, antiquark, gluoni, bosoni W e Z, fotoni, elettroni, neutrini erano indistinguibili, si scontravano senza tanti complimenti, annichilendosi e riapparendo senza sosta e senza remora di sorta.
Tutto era permesso, nulla era vietato in quei primi istanti, non c’erano interazioni più forti di altre, una democrazia che neanche la rivoluzione francese se la sognava. Durò poco questa libertà sfrenata e questa eguaglianza senza confini.
Passata la sbornia iniziale, ad un certo punto alcune particelle si accorsero che altre particelle erano fondamentalmente diverse, si organizzarono e la materia ingaggiò una guerra senza quartiere contro l’antimateria, una guerra devastante, in cui le particelle si annichilivano con le antiparticelle producendo fotoni ad un ritmo pazzesco.
La materia alla fine prevalse per un pelo, una parte per miliardo sopravvisse a questo infernale olocausto, quanto bastava per produrre nei milioni di anni a seguire le stelle , le galassie, i pianeti, tra cui il nostro.
A seguito di questa epica battaglia, i fotoni diventarono tantissimi e dominarono da quel momento in poi l’universo, vagando per gli spazi sempre più grandi che nel frattempo si aprivano tra una particelle e l’altra.
Più o meno allo stesso tempo iniziale, anche la potente Forza che governava il ballo in maschera tra le particelle elementari si indebolì progressivamente, perdendo prima la forza gravitazionale, poi quella forte, poi quella debole e suddividendosi alla fine in quattro diverse forze che ebbero l’ardire di farsi chiamare fondamentali, destinate a regnare su pezzi diversi del reame universale, immemori dei tempi in cui facevano parte di un’ unica, totipotente, quella sì fondamentale, Forza.
Narra così la storia, ma narra anche di come la gravitazione, mentre si staccava dal tronco della possente Forza, volle lasciare una impronta indelebile sulla formazione del ballo mascherato, obbligando i fotoni che danzavano frenetici con le particelle ad oscillare secondo uno schema inconfondibile, creando delle forme ad anello nella loro polarizzazione, cosa che solo la gravitazione e le sue onde erano in grado di fare.
L’impronta di questi cerchi nella distribuzione della polarizzazione è talmente unica che è riuscita a sopravvivere a quasi trecentomila anni di urti violenti tra le particelle del plasma, fino a quando protoni ed elettroni si sono raffreddati a sufficienza da formare atomi di idrogeno e i fotoni hanno iniziato a correre liberamente in un universo diventato praticamente trasparente.
Circa 13 milardi e 800 milioni di anni dopo gli eventi di questa storia, un gruppo di scienziati americani utilizzando un sofisticato strumento posto al Polo Sud sono riusciti a estrarre l’impronta di questi cerchi nella polarizzazione del fondo cosmico di microonde (CMB).
Un impresa tanto difficile, quanto importante che permette di dare sostanza ad un racconto, quello del Big Bang e dei primi istanti che sono seguiti all’esplosione iniziale, che fino ad oggi sembrava inverificabile mentre con l’osservazione di BICEP a tutti gli effetti è entrato nel novero delle osservazioni scientifiche.
Nella fotografia: Gli impianti di BICEP 2 in Antartide. (Cortesia BICEP-2 Project)
Tratto da Le Scienze...
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