Pubblicato il 29/02/2012 18:41:34
Ora che hai volato nel rosso petecchiale del sole affogato nelle cortine si perdono i miei occhi. Tu sei come una fitta rete che alla preda arrendevole s’appressa, gli angoli della tua bocca amo da cui sanguinante solo tu puoi salvarmi se m'odi; lampare d’ambra scure nelle tue palpebre luccicano della luce di lune baltiche. Sei come il forte bosco odoroso che stendendosi la sua chioma rossa spande lento per morbide balze e col languore della morte apparente su di sé invita l’autunno. Sei come stormo d’aliti leggeri: soave il tuo amore gemi a me che per colli e spelonche vado annusando i sapori di questa mobile terra, sui lievi suoi colori striscio cercandoti, sempre escluso ti sento sotto di essa.
Tu sei come il baco pudica. Dopo avermi carezzato e mordicchiato ogni foglia, come il fremito d’un rantolo soffoca la gioiosa ricerca, trascolori e ti chiudi con un ghigno tuo nel molle lenzuolo, delicato; ne esci stanca, diversa, sazia di paure, guardi fuori. Rimani poi sul mio letto a morire.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Emanuele Zeta, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|