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Chiamatelo pure ’sfruttamento minorile’

Argomento: Esperienze di vita

di Gerardo Miele
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Pubblicato il 18/04/2016 02:13:25

Dalla serie: “Come Eravamo”

Chiamatelo pure “sfruttamento minorile”!...
Con la mentalità dei giorni nostri,leggere le realtà in cui vivevano i bambini di un tempo e,fino a inizio anni 60,farebbe rabbrividire chiunque!
Da sempre e,fino a qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale(1945),le popolazioni contadine di tutta Italia,soprattutto quelle meridionali,vivevano veramente nella miseria più nera.Quasi la totalità dei contadini meridionali di quei tempi, lavorava su terreni in affitto o a mezzadria con i proprietari terrieri. Spesso,questi latifondisti, li sfruttavano con richieste di canoni esosi.Le loro condizioni migliorarono molto quando,nel 1950,il primo Governo Repubblicano,dopo una lotta dura con manifestazioni e scioperi dei braccianti agricoli,approvò la cosiddetta Riforma Agraria ,con la quale molti contadini presero possesso di molti terreni espropriandoli ai latifondisti stessi.In Basilicata furono espropriati molti terreni del metapontino ,altri, nelle zone di Melfi,Lavello, Lagopesole.
Anche dopo la suddetta riforma,non è che i suoi effetti furono miracolosi per i coloni lucani e per quelli raponesi in particolare! Per lavorare i terreni agricoli senza l’ausilio di qualche trattore o trebbiatrice ,era duro! Questo,fu uno dei motivi per cui le famiglie di allora erano molto numerose.Più figli,voleva dire,più terreni che potevano coltivare,quindi,più ricchezza per la famiglia,Spesso,anzi quasi sempre,le famiglie di allora,non mandavano i bambini a scuola,perchè ritenevano che per il loro futuro,era più importante il lavoro che non l’istruzione.I bambini iniziavano le scuole elementari,ma pochissimi le completavano.Poi la mancanza di soldi faceva il resto!
Nelle campagne di Rapone,era normale,vedere bambini di 7/8 anni che già lavoravano o che pascolavano pecore. Anche i più piccoli qualche cosa facevano! Tutti venivano “addestrati”già dai primi passi alla vita. Ribellarsi era difficile,se non impossibile! I genitori di allora,erano molto severi(non tutti per la verità),e senza troppi “complimenti” “elargivano” schiaffi,se non di peggio,e non chiedevano il permesso a nessuno! Quando si vedeva un papà togliersi la cintura dei pantaloni(a curresc),bisognava…preoccuparsi!
A quell’epoca,non solo a Rapone,ma anche in gran parte d’Italia,molte famiglie mandavano le proprie figlie,anche solo di 10/12 anni(a volte anche meno), a lavorare come donne di servizio,presso famiglie nobili o benestanti di allora,e anche oltre i confini del nostro paese.Queste ragazze,a Rapone,si diceva che: “andavano per serve”. Molte di loro me le ricordo anch’io! Molte altre ,già a quell’età, venivano mandate in campagna a lavorare alle cosìdette “giornate”. Non era raro che queste ragazze si sposassero già a 16 anni(come mia madre),essendo già preparate a portare avanti una famiglia.Tutto ciò, adesso, sarebbe a dir poco,fantascienza!
Per i maschietti di quella eta’,non e’ che le cose andassero molto meglio! Se non venivano mandati in campagna,venivano mandati come “riscibl”(discepoli,ovvero, apprendisti),presso le “putee”(botteghe,laboratori) dei mastri artigiani di Rapone.Andavano a “o mastr”! Ogni artigiano o “mastr”, era “professore” di almeno uno o due “riscibl”contemporaneamente.Tanti ragazzi raponesi hanno così imparato un mestiere! A quel tempo,non era raro vedere “all’opera” bambini anche piu’ piccoli.
Personalmente,ricordo ancora che: uno di questi “riscibl”,molto”intraprendente”,di qualche anno più piccolo di me,all’interno della sua officina meccanica,stava “ allestendo” anche uno… “studio dentistico”.Per fortuna che… “l’attività,” cessò quasi subito!
Tale tipo di “organizzazione”,con le leggi attuali,sarebbe,a dir poco,fuorilegge! Non mi è mai capitato di sentire che i bambini di allora si sentivano sfruttati,ricordo che erano contenti e,alcuni, si davano già delle arie da uomini consumati! Ricordo che anch’io all’età di 7/8 anni,dopo la scuola, andai con molto entusiasmo per un paio di pomeriggi a …”imparere il mestiere” in una forgia di Rapone. Visto poi che il fabbro(ormai defunto)mi faceva girare solo il mantice che alimentava i carboni accesi,smisi quasi subito!
Anche durante la frequentazione delle scuole elementari,difficilmente i bambini restavano in paese.Dopo il termine delle lezioni,essi,raggiungevano le varie campagne,naturalmente a piedi,e percorrendo a volte svariati chilometri.
Personalmente ricordo che: fino a metà anni 60,il sottoscritto,per raggiungere i nostri terreni in località “i filici” e “vischisuj”,a nord/ovest di Rapone,doveva pure attraversare un paio di torrenti ,guadandoli! Se pioveva e avevamo pure la capra o il maiale dietro,era quasi un dramma! Per fortuna che a metà anni 60,la strada(u carrar)che collegava Rapone a queste località ,venne eliminata per far posto alla moderna strada che collega Rapone a S.Fele,e i cui ponti, eliminarono il guado dei torrenti.
Noi ragazzi di allora,eravamo “addestrati” a qualunque percorso,e tutto ci sembrava normale.
Ricordo le mie preoccupazioni per un mio amico di Rapone,Michelangelo Repole,a volte compagno di viaggio,che dalla campagna veniva a scuola in paese(come tanti altri)a piedi dalla località “u castagnon” a nord/ovest di Rapone. A volte lo vedevo sotto la pioggia,sotto la neve,venire a scuola o ritornare a casa nella sua masseria(all’epoca).
Queste cose i figli di adesso non le faranno più,perchè ora c’e’…il Telefono Azzurro!
Anzi,se all’epoca, a Rapone, ci fossero stati gli Assistenti Sociali di adesso,la popolazione di Rapone,e non solo,si sarebbe…estinta da tempo!

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