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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

La rivoluzione del respiro - due inediti


Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 17/12/2012 12:00:00

Ho sostituito gli occhi alla penna,

la lettura alla scrittura:

per questo i fiori arancioni

sul castello di Lombardia – in Sicilia –

stanno ancora cantando

e così li lascio.

Noi etruschi

non abbiamo alfabeto.

 

 *

 

Ma cos’è

              questo sorridere a occhi chiusi

in mezzo al mattino che non riconosco

la tranquillità improvvisa

                          che ferisce senza motivo.

 

Al buio

si comincia ad abitare la casa che c’è data

e la felicità che mi sorprende

è così antica e intensa

sarà forse

                           perché un giorno di chissà quando

la nascondemmo dietro un mobile

sotto la corteccia di un leccio

nei pressi della spiaggia dell’inizio di me.

 

Resta la luce primigenia

come se non ci fosse stato peccato - divisione

enumerazione.

 

Adesso è ombra

                    attesa

necessità di compimento.

 

 

Rio Vermelho

 

All’inizio di me

c’è una spiaggia infinita

che si ritrae spaventata se provo a raccontare.

 

All’inizio di me c’è un porto di paese

funi di vele che tintinnano di vento.

 

All’inizio di me c’è una pietra di granito

disseminata di grandi pesci con squame d’argento

polipi viola gusci neri strisce arancioni e azzurre

una grande mano callosa

fa saltare le squame con un coltello lucente

e il manico è di legno consumato.

 

All’inizio di me c’è una stanza ombrosa

e mia madre che mi lava in una vasca di pietra

poi spalanca la finestra

e mi mostra la luce del reale.

 

All’inizio di me c’è una vertigine di sole

un meriggio di cicale assordante

un prato verticale e un cavallo

che si rotola nell’erba.

 

All’inizio di me

ci sono le camicie bianche di mio padre,

la mia mano nella sua che mi mostra l’orizzonte

da qualche ponte di nave

da un tornante di strada.

 

Questo ho visto di fronte all’oceano

Seduto tra le pietre consumate

dal lavoro antichissimo di pescatori e navigatori.

Scorre l’acqua del Rio Rosso.

L’oceano verde mi accoglie.

 

 


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