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Spiaggia libera

di Alessandro Carnier
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Pubblicato il 24/10/2021 05:36:43

 
 
Saranno stati i primi anni ottanta, Roberto aveva superato gli esami di maturità. Durante l'ultimo anno di liceo aveva anche frequentato un corso di fotografia, e ne era nata una grande passione.
Quando usciva per scattare foto, si portava a tracolla una borsa con dentro una macchina fotografica reflex semplice ed economica, con svariati obiettivi, e qualche filtro. Passava intere giornate a sviluppare rullini fotografici e stampare foto in bianco e nero in una piccola e soffocante camera oscura, e spesso s'alzava all'alba per sfruttare particolari condizioni di luce. Fu Paolo, un suo ex compagno di classe, a invitarlo in una spiaggia libera e poco conosciuta.
Ora lui frequentava una scuola di taglio a Treviso, mentre Roberto si era inscritto all'Accademia Di Belle Arti Di Venezia. Paolo era un bel ragazzo, moro con gli occhi verdi. Suonava la chitarra e cantava. Aveva anche provato a incidere con un suo gruppo qualche disco a Milano. Ma poi tutto si era esaurito li. Possedeva uno spiccato gusto per l'abbigliamento, e voleva entrare nel mondo della moda.
 
Roberto e Paolo partirono con una Renault 4, in compagnia della compagna di Paolo, e di Bruno che si era aggregato all'ultimo momento. La spiaggia libera di cui parlava Paolo era posta fra due note località turistiche, Caorle e Bibione. Paolo era molto corteggiato da belle ragazze, che subivano il suo innegabile fascino, e Roberto non aveva mai capito come mai le trattasse sempre male. Federica la sua ragazza, stava con lui da poco più di un mese e spesso piangeva per causa sua, che a lei preferiva la compagnia di Bruno.
Parcheggiata l'auto su indicazione di Paolo all'ombra di un alto pino marittimo, assieme attraversarono su un sentiero una fitta pineta, in fine un'ampia zona di dune e arbusti, per poi stendere gli asciugamani su una specie di recinto fatto di avanzi di legni rinsecchiti portati a riva dalle mareggiate. Abilmente Paolo e Bruno piantarono dei pali sui quattro lati del recinto e vi fissarono un ampio telo che faceva loro ombra. La sabbia ammucchiata sui quattro lati del recinto riparava dal vento i corpi stesi. Roberto avrebbe preferito stendersi sull'arenile in faccia al mare, capii poi la scelta del recinto, posto più a monte a ridosso della sterpaglia.
Mentre stendeva l'asciugamano su un angolo del recinto all'ombra del telo, vide che i suoi compagni oltre a spogliarsi di jeans e maglietta, si tolsero con naturalezza il costume da bagno.
"Non ti levi il costume Roby?" Disse Paolo rivolto a Roberto, mentre Federica e Bruno già avevano inforcato gli occhiali da sole e si spalmavano la crema protettiva.
"No, senza costume non mi sento protetto, preferisco tenerlo."
"Fa come vuoi… non sai che senso di libertà da lo stare nudi al sole, senza niente addosso."
"Sarà… ma io vado a fare il bagno, e non vorrei che a un pesce venisse in mente di mordermi nelle parti basse…" Paolo rise, e poi si sistemò accanto a Federica."
Roberto si rese conto che la sua era una scusa, si trovava semplicemente in imbarazzo, soprattutto perché il corpo di Federica visto nella sua completa nudità lo aveva inquietato. Era da un po' che non vedeva una ragazza nuda. Era rientrato da poco dall'Inghilterra dove aveva ultimato uno di quei corsi di lingua ed era parecchio che non usciva con una ragazza. Si avviò verso il bagnasciuga di corsa e si tuffò in acqua, per darsi una rinfrescata e rischiarare la mente.
Non aveva niente contro il nudismo, ma portare il costume al mare a lui non dava fastidio, anzi gli infondeva un senso di sicurezza.
Quando rientrò, Federica era rimasta sola.
"Paolo e Bruno dove sono, non li ho visti in acqua?" Federica sollevò lievemente gli occhiali scuri guardandolo… "Sono andati a cercare rami, sassi… sai è la loro nuova mania."
"Cioè?" Lui rispose sedendole accanto e bevendo un sorso d'acqua minerale dalla bottiglia.
"Cercano legni e sassi lavorati dal mare e dal tempo. Sai quelle radici tutte contorte, e quei sassi molto levigati."
"E per farne che?"
"Delle sculture. E comunque questa idea del nudismo… a me non importa poi molto. In costume o senza per me fa lo stesso. Lo faccio solo per compiacere Paolo. È un'altra delle sue trovate, l'estate scorsa è stato in Grecia su una barca a vela del padre di un suo caro amico, su un'isola in un campo nudista. La tutti giravano nudi, e adesso vuole farlo anche qui.
"Io non ho nulla in contrario." Rispose Roberto. "Ma se non sbaglio in Italia è ancora proibito girare nudi in spiaggia." Mentre diceva questo vide due anziani che camminavano vicino alla riva dove l'acqua non superava i dieci centimetri, c'era la bassa marea. "Si lo so Roberto, è per questo che stiamo distesi dentro questi recinti di sabbia e legni. Quando stai disteso non vedono che sei nudo." Federica gli indicò altre postazioni come queste. Roberto si alzò e montò il teleobiettivo sulla macchina fotografica, poi guardò tra le dune e gli arbusti. Infatti, vide teli simili al loro e ombrelloni seminascosti tra la sabbia e il verde.
Verso le dieci spuntarono le famigliole con tavoli e sedie, ma piantavano l'ombrellone nell'ampio tratto di spiaggia vicino all'entrata principale. Roberto, Federica e gli altri nudisti erano molto più a est, dove la spiaggia era più corta, e più selvatica.
Federica si spalmò nel frattempo un po' di crema, massaggiandosi prima i seni, poi le cosce e infine i glutei. Roberto si rese conto di provare una intensa attrazione per Federica, e ciò lo turbò, poiché lei era la ragazza del suo migliore amico. Si sentiva in colpa, si girò dando la schiena a Federica e disse: "Sai che faccio, vado a vedere se posso fare qualche scatto interessante."
"Vedi se trovi quei due, sono stufa di stare sola!" Gli rispose Federica girandosi per esporre la schiena al sole. Roberto prese la macchina e la borsetta con la restante apparecchiatura fotografica e s'incamminò verso la pineta.
Dopo una quindicina di minuti che camminava fermandosi ogni tanto per scattare qualche foto, senza convinzione, vide due figure all'ombra di un cespuglio. Puntò lo zoom 70-80 mm nella loro direzione, e mise a fuoco. Era Paolo che baciava avidamente Bruno come non aveva mai visto farlo con Federica. Aveva sempre sospettato che Paolo avesse delle tendenze omosessuali, ma con lui non ci aveva mai provato, forse non era il suo tipo. Non voleva che lo scoprissero, e così rifeci a ritroso il cammino calpestando le sue stesse impronte.
Quando arrivò davanti alla postazione in spiaggia, trovò Federica che aveva indossato il costume.
"Come mai ti sei messa il costume?"
"Vieni con me, voglio prendermi un gelato, è arrivato il carrettino, laggiù." Federica indicò la zona frequentata dalle famigliole, dove non si praticava il nudismo.
"Li hai visti?"
"Chi?"
"Paolo e Bruno! Li hai incontrati?"
"No. Devono essere andati fino alla foce del fiume, dove ci sono i casoni."
"Sono stufa. Per un motivo ho per l'altro io e Paolo non usciamo quasi mai soli. E poi è sempre sgarbato con me. Alle volte mi chiedo perché stiamo insieme."
"Mi spiace, se lo avessi saputo avrei fatto a meno di venire con voi."
"Ma no, tu non centri. Penso solo che una coppia dovrebbe stare più tempo insieme. Da soli, intendo." In quel momento un elicottero dei carabinieri sorvolò la zona.
"È la seconda o terza volta che passa. Staranno cercando qualcuno?" Rispose Roberto. Federica e Roberto tornarono leccando i gelati che avevano acquistato. Lei un cono con due palline al gusto di vaniglia e limone, e lui la solita pallina di cioccolato fondente.
Quando giunsero in prossimità della postazione prendisole, trovarono Paolo e Bruno con due uomini stranamente vestiti di tutto punto.
"Be, che sta succedendo Paolo?" Chiese Federica.
"Niente, niente, non ti preoccupare." Paolo e Bruno frugavano negli zainetti in cerca di qualcosa…
"Ha ecco agente: carta d'identità e patente."
"Basta la carta d'identità!" Disse quello che pareva superiore in grado. Portavano ambedue un binocolo al collo. Dobbiamo redigere il verbale e fare la denuncia.
"Perché la denuncia, Paolo cos'hai combinato?"
"Ma niente… è perché eravamo nudi."
"Signorina è vietato dalla legge, sono atti contrari alla pubblica decenza, articolo 746… mi spiace, ma è nostro dovere…" Il carabiniere sembrava sinceramente dispiaciuto. Paolo era visibilmente preoccupato, suo padre era un noto politico della DC, e questo fatto non gli avrebbe certo procurato piacere, infatti era un devoto frequentatore della parrocchia della sua città, nonché intimo amico del vescovo. "Se lo viene a sapere mia madre, mi muore, agente. È una donna molto anziana e bigotta, non potreste fare un'eccezione questa volta? Se scopre la denuncia nella cassetta delle lettere sviene." Disse Bruno.
"Voglio venirle incontro, lei, dai documenti vedo che è maggiorenne, la avviseremo e le faremo consegnare la denuncia personalmente. Va bene?"
"Grazie. Sa, io sono l'unico figlio, e mio padre e morto da poco. Mia madre ne morirebbe dal dispiacere. Compilati e firmati i verbali, i due carabinieri si allontanarono.
Paolo e tutti i presenti si vestirono e si avviarono in direzione dell' auto.
Mentre riponevano gli zainetti nel portabagagli, Paolo esclamò: "Che sfiga, che sfiga nera. Ma proprio noi dovevano beccare. Mio padre mi ammazza di legnate, se lo viene a sapere.
 
In realtà il padre di Paolo riuscì attraverso le sue amicizie a non far finire sui quotidiani locali l'accaduto, mitigandone le conseguenze. I carabinieri consegnarono in mano a Bruno la denuncia, e sua madre morì qualche anno dopo senza venire a sapere nulla di questa vicenda. 
Nel 1995 una sentenza del Tribunale di una cittadina del sud Italia assolveva "perché il fatto non costituisce reato", dalla contravvenzione un cittadino in un analogo caso. Successivamente nel 2000 una sentenza della Corte Di Cassazione sanciva definitivamente che il naturalismo non è reato nei luoghi in cui è consuetudine.
Roberto venne a sapere dopo una ventina d'anni, che Paolo era deceduto per infarto nel suo ufficio di direttore artistico di una nota casa di moda a Milano. Bruno aveva tentato di fare il modello sempre nel settore dell'abbigliamento, poi aveva partecipato e vinto un concorso nazionale di bellezza, infine si era iscritto all'università ed era divenuto un bravo psicoterapeuta. Federica dopo pochi mesi da quel fatto abbandonò Paolo, si laureò in giurisprudenza, sposò un notaio facoltoso di Pavia, da cui dopo cinque anni divorziò. Ora gestisce un ristorante a Stoccolma.
 
Pordenone 9.01.2014
Di Alessandro Carnier

 

 


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