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Fiori da uno sconosciuto

di Michele Fiorenza
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Pubblicato il 03/03/2015 15:38:57

Fiori da uno sconosciuto

 

            Tornai a casa rimuginando sull’ultimo astruso caso di investigazione appena risolto e deciso a rilassarmi con la consueta vivacità della mia Claretta.

            Ero appena entrato, quando invece udii un pianto sommesso provenire dalla cucina. Accorsi preoccupato.

            Fazzoletto in mano, la mia graziosa mogliettina mi guardò, poi ebbe un più forte conato di pianto. Le misi un braccio sulla spalla, chiedendole con dolcezza:

            - Che è successo?

            Poiché sono un investigatore, e pure bravino, un vago, generico sospetto si affacciò alla mia mente, ma per una donna colta, laureata e che fa l’insegnante, mi sarebbe sembrato veramente ridicolo. Rimasi in attesa della difficile risposta:

            - Domani… - singhiozzò – domani… compio quarant’anni!

            La risposta confermava i miei sospetti:

            - E allora?

            - Ma non capisci? Sono già negli “anta”!

            Come può una donna intelligente, che spesso mi aiuta a risolvere casi complessi, trasformarsi all’improvviso in una bambina? Non sapevo che cosa dirle.

            - Capisci? – rincarò la dose – tra cinque o sei anni potrei essere in menopausa!

            Intravidi un barlume di luce, la possibilità di trasformare il suo rammarico in un’opportunità:

            - Tu esageri, ma, se il tuo problema è questo, un rimedio ce l’avrei, anzi ce ne sono parecchi…

            Smise di piangere e mi guardò dubbiosa, ma speranzosa.

            - Ecco… potremmo intensificare la nostra vita amorosa, così i cinque anni sembrerebbero più lunghi e più felici.

            - Ecco! Pensi sempre a una cosa!

            - Vuol dire che sono più giovane di te, nonostante i miei quarantacinque anni! Inoltre, a proposito di menopausa, ci sono ottime terapie sostitutive, che prolungano la giovinezza.

            Si riprese: - Pensi che potrei cominciarle subito, a scopo preventivo?

            Quando le donne decidono di fare le stupide, ci mettono impegno.

            - Devi chiedere al medico.

            - E magari andare da uno specialista, un endocrinologo!

            … E quando Claretta pensa che una cosa va fatta, non bada a spese.

            - Potresti aggiungere una sessuologa, così conosceresti tutti gli aspetti del problema…

            - Dici? In effetti negli ultimi mesi ti ho trascurato un po’…

            Avrebbe dovuto dire “anni”, ma sorvolai. Invece chiesi:

            - Che c’è per pranzo?

            - Nulla, ero troppo depressa per cucinare…

            Frenando lo sconforto, le dissi:

            - Allora vestiti, ché ti porto fuori.

            - Siii! Festeggeremo oggi il mio ultimo giorno da trentanovenne e risparmieremo domani, restando a casa!

            - Guarda che la vita comincia a quarant’anni.

            - Perché?

            - Perché a quarant’anni si è ancora giovani, ma abbastanza maturi per affrontare la vita nel migliore dei modi.

            - Dici?

            Indossò un abitino da educanda, che la faceva apparire più giovane, sì, ma mortificava la sua bellezza. Sospirai.

            Comunque nell’ottimo ristorante non trascurai di ordinare anche ostriche e champagne. Fu una splendida giornata e a sera facemmo le ore piccole.

            Il mattino successivo la vidi nuovamente depressa, e aveva cambiato idea:

            - Credo che prenoterò dal neurologo, per questa crisi di malinconia. Forse potrebbe prescrivermi una pilloletta…

            Non volli esprimere il mio disappunto, e invece mi recai dal fioraio. Tulipani, andava matta per i tulipani…

*          *          *

            All’uscita dal solito fioraio, mi recai anche in un altro negozio, quindi finalmente, soddisfatto e sorridente, mi dedicai alla mia investigazione.

            Comunque smisi presto, comperai un bel tronchetto di gelato ai gusti nocciola e pistacchio e tornai rapidamente a casa, sperando che i fiori avessero fatto effetto.

            Li trovai ben disposti al centro del tavolo centrale del soggiorno. Dalla cucina Claretta mi ringraziò per i fiori. Lì la trovai che preparava il cuscus come le aveva insegnato sua madre. Pur avendo le mani impegnate, volle a tutti i costi un bacio.

            Fu un bacio al gusto di ottimo pesce.

            Apparecchiai in soggiorno, poi lei entrò col suo trionfale cuscus. Intanto notai in un angolo un bel cesto colmo di rose rosse, poggiato lì a terra con noncuranza.

            - Chi ti ha mandato le rose?

            Claretta allargò un braccio: - Non so… comunque c’è un biglietto.

            Mi sembrò in leggero imbarazzo. Trovai il biglietto e lessi: “Felice Compleanno!” firmato “Un Ammiratore”.

            - Hai un ammiratore segreto?

            - A quanto pare…

            - Chi sarà mai?

            - Forse un collega…

            - Oh… hai forse una tresca?

            - Non essere stupido… Forse a scuola ci sono persone colte che mi ammirano più di te… - e si toccò i capelli, come a sistemarli.

            - Vedo che sei stata dal parrucchiere…

            - Sì, d’ora in poi ci andrò ogni settimana. Dovrò pure difendermi dall’età che avanza!

            - Beh, mica tanto, a guardare quelle rose.

            - Non fare il solito geloso…

            Insomma, la depressione era finita.

            Pochi giorni dopo eravamo all’8 Marzo. La mattina provvidi all’impegno più importante, poi lavorai, correndo di qua e di là, poi cercai un mazzetto di mimose, trovando soltanto un modesto rametto, quindi rientrai. Le avrei detto “Ogni fiore è segno di amore”.

            La trovai rossa in viso, con una magnifica orchidea che troneggiava al centro del tavolo. Mentre ammiravo quel fiore, lei si sedette affranta e io diedi un’occhiata al biglietto. “… Un ammiratore misterioso”.

            Dalla sua poltrona Claretta ebbe un lamento: - Bisogna fare qualcosa…

            La guardai interrogativamente.

            - Sai, cominciano con i fiori e finiscono con una violenza!

            Non pensavo che la mia graziosissima Claretta avesse un fisico procace, ma provai a tranquillizzarla:

            - Hai ricevuto strane telefonate? C’è qualcuno in giro che ti guarda in modo particolare?

            - No, e a scuola ho indagato e non ho nessun vero ammiratore.

            - Ascoltami: forse è soltanto una persona innocua e timida, magari un ragazzo, fratello maggiore dei tuoi alunni. Finché non si fa vivo, non hai nulla da temere. Comunque evita di uscire sola di sera.

            Trascorse una settimana senza che accadesse nulla. La mattina del sabato Claretta mi sembrò più alta.

            - Oh, finalmente hai messo un paio di scarpe decenti!

            - Ero stanca di portare quelle scarpe sportive da ragazzina…

            - Ma il tacco non sarà troppo alto? Non vorrei che nei corridoi della scuola, urtata dai ragazzini che corrono, finissi a gambe all’aria! A proposito, vedo che hai accorciato la gonna.

            - Ormai è primavera… Sto andando dal parrucchiere.

            - Bene.

            - Poi farò un salto dall’estetista.

            Si voltò subito e uscì. Mi sdraiai sul divano sorridendo. Le rose erano ormai appassite, ma l’orchidea svettava sopra il tavolo. Come sono romantiche le donne!

*          *          *

            Insomma, Clara cominciò a curarsi di più. Sapendo di essere osservata da uno, pensò di essere osservata da tutti. Tornò dal parrucchiere quasi bionda e si giustificò dicendo che… doveva mascherare i primi capelli bianchi!

            Per un po’ non arrivarono fiori. Volle che le regalassi degli orecchini nuovi ed era incerta tra un paio di perle vere e un altro di corallo. La convinsi a prendere entrambi e a utilizzarli normalmente.

            - Naturale! – mi rispose. Poi la sera mi ringraziò nel migliore dei modi.

            Il primo di Aprile arrivò un grosso cesto di rose gialle, spedite da lontano:

            - Non sono riuscita a sapere chi le ha mandate! Mi hanno soltanto detto che era un distinto signore che ha pagato in contanti! E poi… gialle! Che vuol dire, che è geloso!? Eugenio, devi assolutamente fare qualcosa…

            Fu così che andai a trovare il mio amico capitano dei Carabinieri. Al ritorno Clara era ancora furibonda, ma speranzosa. Mi sedetti:

            - Il Capitano mi ha fatto notare che oggi è il primo Aprile…

            - Non conosco nessuno che faccia questi stupidi scherzi!

            - … Inoltre mandare fiori non è un reato, è troppo poco per parlare di stalking.

            - Vuole trovarmi cadavere? – chiese Clara con sarcasmo.

            - … Ho ottenuto soltanto di avere il telefono di casa sotto controllo per tre mesi, quindi usalo poco, consapevole che tu e le tue comari sarete ascoltate. Se dovesse arrivare una telefonata sospetta, verranno a sorvegliare la casa dalla strada. Comunque mi ha precisato che non ha mai avuto casi di ammiratori che mandano fiori e poi si dimostrano violenti.

            - Neanche tu mi sembri preoccupato.

            - Te ne sei accorta? Chiunque sia, mi sembra un animo gentile: si sfogherà con i fiori, poi si rassegnerà a cercare una donna libera… Forse lo sta già facendo.

            Trascorse una settimana, poi un’altra. Claretta era più serena, ma sembrava un po’ delusa. Una volta sussurrò: - Un fuoco di paglia…

            Arrivò la prima ondata di scirocco. Clara era restia a usare i condizionatori, per via della sua artrosi cervicale, e anche ad aprire le finestre, a causa del rumore del traffico. In compenso in casa teneva la camicetta generosamente sbottonata, mostrando un decolté che non le conoscevo. Mentre pranzavamo, le chiesi:

            - Hai comprato un reggiseno push-up?

            Arrossì leggermente:

            - Mi ha consigliato la commessa: soltanto a casa ho notato che è imbottito sotto… E poi, si deve pur vedere che sono una donna matura!

            “Apparentemente pronta per essere colta!” pensai.

            Prima di Pasqua, ennesimo cestone con trentasei rose, color rosa shocking!

            - Eugenio, devi indagare!

            - Clara, ho per le mani tre casi importanti. Inizia tu le indagini, so che ne sei capace.

            Tre giorni dopo si fece trovare sorridente.

            - Hai scoperto il misterioso ammiratore?

            - Sono andata al negozio e mi sono presentata molto determinata, ma ho potuto avere dalla proprietaria soltanto una generica descrizione dell’uomo. Però c’era un giovane commesso, così ho atteso la pausa pranzo, l’ho fermato, gli ho fatto gli occhi dolci, l’ho accompagnato al fast-food e ho provato a corromperlo.

            Temeva di perdere il lavoro. Allora ho tirato fuori tutto il mio fascino e gli ho proposto una cenetta intima per sabato sera….

            - Ah, sì? Interessante…

            Clara fece un smorfia, poi riprese:

            - … per sabato sera. Così mi ha dato nome e cognome del cliente. A quel punto gli ho chiesto se aveva la ragazzina. Al suo assenso ho finto di ricordare un impegno per sabato, ho preso un centone  e gli ho suggerito di portare a cena la sua bella.

            - Brava! E chi è l’affascinante ammiratore?

            - Guarda caso, nome e cognome coincidono: conosci qualcuno con questa particolarità?

            Si alzò e si avvicinò:

            - Hai fatto follie, hai speso un mucchio di soldi e altrettanti ne hai fatto spendere a me. Un uomo così merita qualcosa…

            Mi scostai un momento, soltanto per abbassare le tapparelle.

 

f i n e

 

Michele Fiorenza 2011


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