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La rotondità chiamata gluteo

di Gaetano Guerrieri
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Pubblicato il 12/11/2009 18:01:46

Il gluteo, da non confondere con il glutine (sostanza che si trova nei cereali, specie nel frumento, e che è usato per arricchire il potere nutritivo di alcuni alimenti) è il muscolo della natica o, più in generale, la natica stessa.
La natica (ognuna delle due rotondità carnose che costituiscono la parte inferiore, e posteriore, del tronco umano), al plurale volgarmente chiamate culo, è una delle zone erogene più amate ed apprezzate non solo dagli uomini ma anche dalle donne. Per essere ritenuto attraente un culo deve risultare sodo, rotondo ma non troppo sporgente (e, sopra tutto, senza spigoli vivi), alto e totalmente privo di anomalie visibili ad occhio nudo (pelle a buccia d’arancia, di gallina, a pois etc). Sistemato sotto le spalle, tra la vita e le cosce, si compone di due parti convesse e arrotondate separate da una fessura all’interno della quale si trova un buco elastico di modeste dimensioni chiamato ano.
Se, pertanto, improvvisamente vi chiedono “quanti ani hai?” non rispondete “35”, altrimenti giustamente tutti si metteranno a ridere. Scientificamente l'ano (dal latino anus “cerchio, orifizio”) è la parte terminale del canale digerente costituito dalla terminazione del retto e dallo sfintere interno ed esterno.
Metaforicamente può essere paragonato alla marmitta della macchina poiché, proprio come questa, serve per espellere i residui gassosi e della digestione che, nel caso del corpo umano, possono essere solidi, molli o molto molli in caso di diarrea. Per i residui gassosi, a differenza della marmitta l’ano non ha il terminale, detto anche silenziatore e, di conseguenza quando sentite un peso allo stomaco e la necessità di espellere aria dalla pancia è bene che prima vi accertiate di essere da soli e di trovarsi in luoghi insonorizzati, meglio all’aperto. Solitamente i residui umani, gassosi e solidi, sono accompagnati da odori non proprio “gradevoli” ed é anche, e sopra tutto, per questo motivo che questa parte del corpo richiede una igiene più accurata e viene lavata più spesso. Operazione che viene eseguita in apparecchi bianchi di vetrochina a forma di chitarra o cono arrotondato, di colore quasi sempre bianco chiamati bidet (da non confondere con il W.C. perché con il buco di scarico più piccolo).
Andare di corpo è sintomo di salute giacché per farla significa che avete mangiato ma se durante l’operazione avvertite bruciore o, peggio, dolore significa che qualcosa non và o che avete utilizzato troppo peperoncino da condimento. Anche scoreggiare è benefico se avete mangiato troppi fagioli o cavoli con le cotiche ma è anche di pessima abitudine, specie se vi trovate in ascensore o in luoghi piccoli e poco arieggiati. E’ utile anche ricordare che sia la cacca che le scoregge non sono segni distintivi del solo maschio giacché anche le donne hanno identiche necessità che assolvono in maniera più discreta.
L’ano, il suffisso del culo, oltre ad essere un importantissimo ed indispensabile organo umano indica anche:
- mestieri: ortolano, francescano, mondano;
- abitanti di città, paesi e regioni: napoletano, emiliano, romano, campano, toscano, molisano, valdostano, padano e siciliano;
- idrocarburi: propano, butano e metano.
Detto anche deretano (probabilmente dalla composizione delle due parole didietro e ano) e anche sedere (perché indica quella parte posteriore con la quale ci si siede) è anche utilizzato per indicare fatti, particolari caratteristiche, abitudini, usi e costumi della gente.
“Prendere per il culo”, ad esempio:
- se riferito ad una persona indica o una presa in giro, o per i fondelli (da non confondere con la presa dai fornelli, che è una pratica culinaria che richiede l’utilizzo di guanti di stoffa per evitare scottature) o una pratica sessuale praticata anche dalle coppie miste oltre che dai gay;
- se riferito ad oggetti la parte per la quale è stato afferrato o, più genericamente, quella inferiore, per il “culo”, appunto ( il culo della bottiglia, della damigiana, del sacco, etc).
- se riferito ad una strada, o a un vicolo si dice che è a “cul di sacco” se è senza uscita.
Per quanto riguarda gli aggettivi si dice:
“culetto”, “culettino” o “culino” (da non confondere con il colino, strumento per “colare” liquidi) se è grazioso, piccolino o di un bambino;
“culone” se di proprietà della donna cannone o di un suo parente prossimo.
Frequente, e di cattiva educazione, l’abitudine di esprimere il proprio “dissenso” ad una persona dicendo “vai a fare in culo!” o, il più abbreviato, “vaffanculo!”.
Dire, invece, che una persona ha “culo” in senso figurato significa che ha fortuna. Come per la pancia (chi ha pancia ha creanza) anche il culo è spesso associato ad un fatto positivo.
A differenza della pancia il culo ce lo abbiamo tutti anche se solo fisicamente; per la fortuna bisognerà attrezzarsi, giocare la schedina e sperare.
Il sedere, o deretano, o natica è solitamente contenuto in indumenti chiamati mutande perché bisognerebbe cambiarseli spesso. Se non lo fate almeno una volta al giorno siete degli sporcaccioni. Esistono diverse categorie di mutande. Mutande maschili, femminili, normali e rinforzate, classiche e moderne , aristocratiche o plebee, sexy o comiche, grosse o piccole, minuscole o piccolissime, doppie o trasparenti etc.
Le mutande classiche maschili sono del tipo normale, un poco plebee, a volte comiche, di misura intermedia e non trasparenti. Si caratterizzano per l’apertura obliqua sul davanti e dal tipo di materiale, di solito cotone a costina bianco.
Quelle classiche femminili sono del tipo normale, un poco aristocratiche per la presenza di parti in acrilico lavorato, di misura intermedia e in parte trasparente. Si caratterizzano per l’assenza totale di aperture e per il tipo di materiale, solitamente cotone liscio con bordino. Le mutande femminili sono di gran lunga migliori per qualità, disegno e tessuto e, in generale, sia nella versione grande che piccola (per non parlare di quella minuscola, sottile e trasparente) sono sempre, o quasi sempre, molto sexy. Ciò dipende anche dalla tizia che si trova dentro.
Le mutande maschili, invece, se non rientranti nella categoria classica e normale sono quasi sempre ridicole o comiche, specie se in versione ridotta o trasparente. Il massimo effetto della comicità si raggiunge con quelle leopardate o a macchia di ghepardo, specie se rinforzate avanti. Esistono poi i boxer che sono mutande come pantaloncini e che possono essere aderenti o larghe. Come per le altre mutande maschili possono ridicolizzare ogni tentativo di approccio se arricchite da disegni o scritte sul davanti o sul retro.
La culottes, invece, non è né la traduzione del volgare culo (la cosiddetta cula) e nemmeno più culi in francese ma una mutanda da donna, una specie di boxer femminile, molto utilizzata in passato ed oggi catalogata tra gli indumenti sexy di una certa raffinatezza.
Di solito è indossata da donne non giovanissime che non possono permettersi la mutanda modello filo interdentale.
La mutanda per eccellenza è “Roberta” perché modella il culo, lo alza e lo rende sodo. E’ un articolo da donna ma se riuscite ad entrarci vuol dire che siete già quel tipo di donna che farebbe impazzire qualsiasi uomo.
Le natiche, o culo, o sedere, o deretano sono e resteranno comunque una parte importantissima del corpo umano sia per la funzione fisiologica che per quella erotica.
Se sulla prima funzione innumerevoli aziende hanno fatto “rotoli” e “rotoloni” di affari (e intorno “all’evento” campano migliaia di operai, pubblicitari e quant’altro) la seconda è descritta come “innaturale” oltre che essere quella meno preferita dalle donne. Toccare il fondoschiena, palparlo è operazione piacevole, oltre che eccitante, mentre il violarlo, penetrarlo, oltre che dolore, provoca anche qualche remora, risentimento. L’espressione “Te lo ha messo nel….” Difatti, é quasi sempre utilizzata per descrivere una situazione poco piacevole per chi la subisce.


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