Ma che sorte hanno avuto i rematori?
Tra uno scalmo e l’altro passano barche
con l’aria di ondate che dal molo si liberano
in sequenza nonostante l'orizzonte
si disinteressi dell’agitazione che lo sostiene.
L’orizzonte ad altezza d’uomo è una misura
insuperata. Una teoria di confine priva di prova.
Per quale fede vanno in processione le onde?
Non più brevi tronchi affusolati introdotti
a ragione di fenditure salate che il bacino
del mare esprimeva con uno splash infantile
come la quaglia nel fontanino di ghisa.
Quei cappucci bianchi sono un ordine del vento?
Non sempre, diceva Luigi, che sempre
con “non sempre” indicava per precisione
la sua conoscenza dei mestieri di navigatore,
distrutto dal galleggiamento fra le mura
del condominio di utenze e servizi, roso lui
dal sale involontario del fitto, seccato
dal turismo che cala le braghe alle spalle
del primitivo splendore, verso le coste sarde,
volto per il dove dalla terrazza al sole.
Adesso, nelle ville del boom sul telaio costiero
i muscoli copiano le armature e ciò che entra
in corpo non sempre diventa energia
stanziale o di fortuna.
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