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Trittico irlandese - inediti


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Pubblicato il 05/11/2012 22:52:05

*

La pioggia si univa compatta alle acque del
Liffey

le nubi giravano basse scurando il meriggio

dei ponti che tagliano odori di vento e di muffa

Strisciando sui muri l’amico sembrava sicuro

di scendere ai lunghi giardini di O’Connell street

ma il giro tornava alle stesse vetrine appannate

pestando i riflessi a colori dei neon precoci

la strada era un fondo di calice appena bevuto

il cielo un ammasso di piume sui bianchi abbaini

Piaceva sentirsi smarriti tra foglie marcite

le guglie incrociavano voli di uccelli tardivi

i bar fabbricavano aloni di tazze fumanti

Di sera un concerto di versi pagò l’avventura

qualcuno spiegava a intervalli le nostre concioni

e forse un inconscio bisogno ci prese la mente

se in casa di amici intonammo poi Vitti ‘na crozza

 

 

*

 

Alla costa dei giganti

il vento piegava le ossa

spingeva le acque a levante

e le ciglia turbava

col salmastro

Scendemmo alla costa

da un picco sperduto

(fornito di home braking and tea)

che rapido si volse

al fuoco di Maeve e delle fate

danzanti dentro cerchi di basalto

Poi nella celtica sera

si sposarono

lune normanne

 

 

*

Perduti tra le corde del tramonto

tienimi la mano

come il sorbo legato alla sua terra

e mentre un gregge

bela verso il mare

dimmi dell’aria morbida che nutre

le tue parole placide e straniere

mite riparo

al giorno che conclude

il lieto viaggio

fino a queste piane

Bianca è la sera

come la mia marna

e se finiamo frasi con un pianto

è per la serie di favole inattese

che mutuano incredibili stupori

rotti soltanto

(ora che cambia il vento)

da un olezzo di pesce lavorato



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