Guido Brunetti
Dio, la scienza e le prove
Dio e scienza, fede e ragione, l' Universo e il senso della vita: sono le grandi domande del nostro tempo. Ci troviamo a confrontarci con alcuni dei maggiori misteri irrisolti nella storia del pensiero umano.
Le neuroscienze, ma così altri campi della conoscenza, mostrano un interesse sempre crescente nell' indagare la dimensione del sacro e del trascendente, come possibilità di risposta a queste straordinarie questioni.
In realtà, scienza e fede rappresentano due delle più importanti conquiste dell'umanità e possono fornirci prospettive diverse, ma complementari dell'uomo e del mondo, attraverso un fecondo dialogo che ci può arricchire ed elevare. Sono temi affascinanti, anche se complessi, difficili e delicati.
Un contributo importante alla loro comprensione è fornito dalla recente opera di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies "Dio, la scienza, le prove" (Edizioni Sonda). Attraverso un'ampia, documentata e rigorosa analisi e sotto molteplici visioni, l'opera esplora sia l'idea di un Dio creatore sia la scienza e la religione, cercando di approfondire il modo in cui questi settori di ricerca possono convivere e interagire. Essa comprende le conoscenze più aggiornate sulla possibile esistenza di un Dio creatore.
Due sono le ipotesi, quella che sostiene l'esistenza di Dio e l'idea che ritiene che non esista nient'altro al di fuori dell'Universo materiale. La ricerca non si limita alle prove scientifiche, ma presenta anche quelle esaminate dalla fiosofia e dalla morale.
L'Universo ha avuto inizio, come suggerisce la teoria del Big Bang, allora non possiamo- afferma il premio Nobel per la fisica, R.W. Wilson- "evitare la questione della creaione". Infatti, proprio la scoperta di Wilson sulla " radiazione fossile" mandò in frantumi la convinzione secondo cui l'Universo non ha né inizio né una fine.
La teoria del Big Bang rappresenta il modo in cui l'Universo ha avuto inizio e si è sviluppato. Secondo questo scienziato,, nessuna delle iptesi formulate propone una spiegazione scientifica convincente su come in ultima analisi l' Universo abbia avuto inizio. Inoltre, non esiste nessuna scoperta scientifica che possa negare o mettere in dubbio l'esistenza di Dio (Zichichi).
Credere in Dio, sino a poco tempo fa, sembrava incompatibile con la scienza. Oggi, la scienza sembra essere diventata "alleata" di Dio, mentre la tesi materialista vacilla sempre di più. Le scoperte scientifiche di questi ultimi anni, soprattutto quelle della matematica, della fisica e della biologia, hanno infatti "rivoluzionato" la nostra concezione del mondo, riaprendo il problema dell'esistenza di Dio.
In realtà, a partire dal XVI secolo, le teorie scientifiche sembravano convergere in modo tale da minare e far vacillare l'idea dell'esistenza di Dio. e della fede, descrivendo un Universo meccanico. Darwin teorizzava l'idea di una evoluzione basata non su un intervento divino, ma dalla selezione naturale, mentre Freud sosteneva l'esistenza di una umanità che non è padrona dei propri pensieri, in quanto dominata dall'inconscio. Quello che emerge, è un materialismo basato sulla fede in un universo "meccanicistico e deterministico".
Si tratta quindi di stabilire quale delle due seguenti tesi sia vera, e cioè "l'Universo è stato generato da un Dio creatore", oppure "l'Universo è esclusivamente materiale" e non esiste nient'altro al di fuori dell'Universo fisico. Se l'Universo è esclusivamente materiale, fisso, immobile, allora l'Universo non può aver avuto né un inizio né una fine. Al contrario, se l'Universo è l'esito di un Dio creatore, allora, si può sostenere che esso abbia uno scopo e sia ordinato e intellegibile, e dunque abbia avuto un inizio.
La convinzione che l'Universo abbia avuto un inizio, si deve sia alla teoria del Big Bang (l'idea dell'esplosione originaria dalla quale è nato l' Universo) sia alle diverse scoperte in diversi settori delle scienze naturali e umane., come la cosmologia, la termodinamica, la matematica, la fisica e la filosofia.
Queste scoperte sono state in grado, secondo gli autori, di fornirci "prove sufficienti" dell'esistenza di un Dio creatore. Il premio Nobel per la medicina, Roger Sperry, ha scritto al riguardo: "Ci opponiamo con il massimo rigore alla concezione materialista e riduzionista della natura e della mente umana. Gli scienziati materialisti- ha proseguito- hanno rifilato alla società e persino a loro stessi soltanto della spazzatura". Da parte sua Einstein, uno dei più grandi scienziati del XX secolo, si è avvicinato ad una concezione deista, arrivando a credere in un Dio creatore.
Concludiamo, affermando che la scienza è legata al metodo definito "naturalismo metodologico" ritenuto necessario per investigare la realtà. La verità scientifica è una verità esatta, ma incompleta e non definitiva. Esistono infatti questioni esistenziali più profonde, quelle che Popper ha chiamato "questioni ultime" alle quali la scienza non è in grado di dare una spiegazione.
L'uomo non può fare a meno di parlare di Dio, di fede e di scienza. Il bisogno dell'idea di Dio è un'esigenza innata, biologica. In noi, è presente un forte istinto che ci spinge alla ricerca del significato e del trascendente. Non credere in Dio, come ritengono molti scienziati, è una visione che resta al di là della scienza e della prova empirica.
La scienza non è in grado né di sostenere l'esistenza di Dio né di negarla. La scienza non ha fornito alcuna prova che l'esistenza di Dio sia necessariamente errata.
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