Non perisce il corpo,
l'anima non esala,
illecito è lo spirito
al discorrere della storia:
ciò che muore è solo la memoria.
Sopravvivo per non aver dimenticato
i lemnischi delle onde dipanare sulla riva
il loro caldo interminato intrico
e il sole del mio Tirreno tramontato
sulla casa di chi credetti un dio amico.
Oggi se mi chino a raccattare
una scoria di me, una quisquilia
indispensabile al cammino,
dalla testa mi cadono i ricordi,
lenti come i fuochi si consumano
nel cielo livido di una vigilia.
E così misero si fa il mistero, si estenua
della sua gloria di insegne stinte,
di memoria in memoria, in un suo
ciclo interminabile di quinte.
Io attendo nella noia dell'ombra mia
il mese che illude l'anno in una
giovinezza di puri incanti,
di metafisici mattini, che si strugge
il cielo alle sghembe fantasie,
alle stridule epigrafi dei gabbiani albini;
che il mare ricominci il canto
dalle gole misteriose dei delfini.
(2002)
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