Quest’osso non è appuntito alle estremità
quindi non doveva acuminato penetrare
qualcuno o qualcosa.
Quest’osso non è tagliente quindi non doveva
mozzare scuoiare ferire sgozzare una gola d’uomo
o d’altro animale.
Quest’osso non presenta tacche lungo la sua lunghezza
per segnare un progresso qualsiasi, un ciclo mensile,
fasi lunari; nemmeno ha un foro per infilarvi un filo
e farne un ago per cucire le pelli.
Quest’osso non è abbastanza grande da poter essere usato
come la mascella d’asino che rese il braccio di Sansone
vincitore contro mille filistei.
Non è neppure un osso di seppia, consumato dalla risacca.
Qualcuno centinaia di migliaia di anni fa lo rese liscio col palmo e con le dita.
Quest’osso lo levigò, a furia di carezze, - e forse è solo
un’illazione la mia – chi ancora non sapeva parlare e volle
fare una poesia.
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