Pubblicato il 24/07/2014 09:52:58
Oh Dio, liberami dalle tue gabbie, dalla tua ira e dal tuo giudizio. Strappami dalle mani righe, squadre e compassi perché non pensi più a tracciare, prendere misure, assediare. Lasciami pure vacillare a un centimetro dalla tua bocca, sorda e cieca, annoiata perfino di te. Io ti sono viva sorella nella carne, la materia santa che ti rivestì che ti profumò le mani, che sulla soglia del cuore traboccò di sangue. Dio, ti ricordi quando ballavamo sotto gli alberi mentre addosso ci cadevano le stelle? Quando camminavamo baciandoci per rinascere sempre? Liberami, liberami dagli animali sconsacrati da quelli che arrossiscono per falsa vergogna. Mio Dio, che sogno faccio sempre: le montagne sciacquate, le nottate imbiancate da una grande luna. C’è una fanciulla dentro la fontana che zampilla latte dalla bocca. E tu sei seduto sul bordo e Io so, lo sai, che dopo ti sposerò.
22 Luglio 2014
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