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Il piccolo poema della fine

di Franca Alaimo
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Pubblicato il 01/12/2014 20:38:30

 

Basta scuotere la testa e fare scivolare le nubi

Lontano, mentre la barca si allontana con le sue vele nere

Portando verso la distanza sempre più intoccabile dell’orizzonte

La sua navigazione senza approdi.

Resto nuda sulla mia tavoletta d’argilla

Cosparsa di sinuose investigazioni 

Dopo essermi tolta la benda dagli occhi,

La cintura irta di chiodi ai fianchi, la corona di spine dal capo.

 

*

 

O Dio - grido - dell’Olimpo, o Dio morto sugli assi del dolore

Assorta serenità del Buddha senza immagini, oh carità della vita!

Vengono sempre gli dèi se invocati talvolta sotto forma di animali miti,

Che annusano con i musi umidi e pietosi i pochi centimetri

Tra la gola ed il coltello. Oh Isacco, Isacco, timore e tremore!

Vengono con la parola di un angelo onirico come testimone di verginità.

 

*

 

Una volta - ricordo -  Lui, il ragazzo dell’amore mistico,

Guidava un tram rosso fiammante ed io ero una ragazza

Sfatta di pioggia e di gocce di lacrime. Lui mi chiese dove stai andando?

Portami  - gli dissi - in quel giardino dove crescono more giganti.

E ci andammo davvero.  E là non pioveva.

Vengono sempre gli dèi sciolti nell’aria,

Nel sole, cadendo tra le dita, soffiando gioie con i venti

D’Oriente ed Occidente. 

 

*

 

Oggi, invece, Lui ha preso l’aspetto di un piccolo zingaro

Con i piedi nudi e una camicina di tela bianca,

le rotule rotonde come due pesche ed i capelli ricci

Ubbidienti alla bellezza dell’oro. Tiene la testa

Teneramente inclinata come le fanciulle del Botticelli

Ed ha un cavallino  tutto bardato di rose chiare

Come la pelle di una neonata sotto cui scorrono

I dolci fiumi azzurri della sorgente della vita.

 

*

 

Sali - mi dice -  seminando chicchi  sul dorso delle mani

Come in  piccoli appezzamenti da coltivare con il sole

E la luna  e la fame  e la sete e soprattutto con un azzurro senza fine.

Mi porta silenzioso: il cavallino è di cristallo, le redini di seta,

Finché il silenzio mi scoppia nel cuore come la più alta felicità.

 

*

 

O madre - canta finalmente il cuore - nella tua lingua sconosciuta,

Nella tua scomparsa gentile è il segreto: amore della memoria,

Ti ascolto mentre parli con la voce luccicante della pioggia

E mi aspergi nel battesimo, mio girasole sempre volto alla luce.

 


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