Pubblicato il 06/01/2018 01:03:37
Oggi, in ufficio, mi è arrivata una telefonata anomala: il display del mio cellulare segnava casa mia. Rispondo, conscio dell’ineluttabilità del mio destino. «Pronto, Ivan, sei tu?» - inizia mia madre in tono concitato; «No, ma’, sono un altro»; lei, disorientata: «Ah»; «Ma’, sono io»; lei: «Mi è successa una cosa!»; io, evidentemente non allarmato: «Che ti è successo?»; lei: «Volevo togliere la segreteria al mio cellulare, e l’ho buttato dal balcone!». Benché, da anni, io sia sempre pronto a tutto (animis opibusque parati), stavolta resto disorientato: «Cioè?»; lei, con logica schiacciante: «Ti avevo detto settimana scorsa che la segreteria del cellulare mi dava ai nervi. Non riuscivo a toglierla, non riuscivo a toglierla, non riuscivo a toglierla: oggi mi sono arrabbiata, e ho buttato il telefono a terra. Ho chiamato: niente, c’era la maledetta segreteria»; io: «E?!?»; lei: «Gli ho camminato sopra, l’ho scalciato, l’ho buttato contro il muro. Ho richiamato: niente, c’era la maledetta segreteria»; io: «E?!?!?»; lei: «Presa dal nervoso, ho buttato il cellulare dal balcone. Il cellulare si è ridotto in briciole! Ho chiamato ancora: niente, c’era la maledetta segreteria!». «Ma’, la segreteria sta nella sim, non nel telefono» - spiego io paziente- «spaccare il telefono è stato inutile!». Lei, stizzita: «Cosa devo fare, allora?»; io, di rimando, buttando giù il telefono: «Affitta un cacciabombardiere, e bombarda gli uffici della Tim di Milano!». Tornato a casa, trovo la novella Rommel con un nuovo cellulare, e chiedo: «Hai cambiato numero?»; lei: «No, ho messo la vecchia sim»; io, incuriosito: «Come hai fatto con la segreteria?!?»; lei, con estrema naturalezza: «Ho chiamato il 119 e l’ho fatta togliere, come mi aveva detto tuo padre ieri».
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