- E quella dell'Assunzione fu considerata una pittura scandalosa.
La guida gesticolava, puntava il dito in direzione.
- Vedete quanto sembra alta la cupola con gli artifici pittorici del Correggio?
Il Pittore alzò lo sguardo, reclino' il capo all'indietro. Più della Vergine Assunta, attorniata dalla spirale dei putti, lo colpivano le gambe sospese del Cristo visto dal basso.
- Le vedete le facce paffute degli angioletti? Sembrano essere stati nutriti col parmigiano.
Il Pittore guardava l'insieme e faceva cattivi pensieri, proprio lì nel luogo sacro, tra il bassorilievo dell'Antelami e la sorprendente pittura di Antonio Allegri.
Così lo prese con forza l'idea di ritrarre una figura femminile dal basso verso l'alto a gambe nude e con le forme piene.
E pensò a Clarina.
Clarina gli faceva le pulizie in casa, era giovane e aveva un corpo e un viso sui quali tutti avrebbero potuto fare un pensiero.
- Ho bisogno che tu mi faccia un favore, Clarina.
La ragazza arrossì - Se posso.
- Vorrei ritrarti mentre stai sul soppalco.
- Ma come? Le verrà il torcicollo guardando all'insù.
-Questo non deve preoccuparti.
- E come mi devo vestire?
- Ah! Con poco. Prendi quella mezza tenda azzurra che ricopre la scrivania e drappeggiala intorno al busto e ai fianchi. Lascia una spalla e una gamba scoperte
Clarina si mise in posa sul soppalco. Sotto il manto blu aveva aggiunto una corta tunica di tela scura, grezza e spessa.
Il Pittore cominciò a ritrarre la sagoma dando rilievo alle gambe.
Clarina non doveva rimanere nella stessa posizione. A tempi alterni scendeva e si metteva sul divano perché il Pittore studiasse bene le forme.
Ma non era mai contento.
- Non fare quell'espressione così tesa!
- Devi essere assolutamente spontanea!
-Ma che pettinatura ti sei fatta stamattina?
- Oh insomma! pensa a qualche ragazzo che ti piace! Ci sarà pure no? Uno per il quale provi attrazione. Quella è molto importante, sai?
Clarina non rispondeva.
- Ce l'avrai pure un ragazzo che ti piace?- insisteva il pittore.
- Sì, ce l'ho.
- Ah,. bene. Pensalo.
E la faccia di Clarina si adattava a a tutto. A tutte le richieste.
Stava per ore e ore in posa. Che cambiava mille volte o manteneva.
Il Pittore era incontentabile.
Poi, non le permetteva di guardare la tela prima che fosse conclusa.
Voleva realizzare una figura femminile che esprimesse castità e sensualità al tempo stesso e sotto, nei nimbi di luce, i visi dei putti erano il suo viso in una gamma infinita.
Quando il Pittore tolse finalmente la tela dal cavalletto e la espose in vetrina, Ippolita riconobbe nei piedi dell' Ascesa i suoi piedi, Nerina i polpacci, Corinna le trecce, Candida la forma del ventre, e altre altro.
Ognuna si specchio' nella figura di anima e di carne e immaginò di essere la prescelta dell'artista . E invece quelle erano le forme trasfigurate della povera Clarina.
E il pittore gongolava, conscio del potere.
Ma Clarina dove era finita?
Il fratello finalmente andò a cercarla e la trovò che dormiva stremata sul soppalco, avvolta nel manto blu. E cara grazia se era ancora in vita.
- Ma come, non si è accorto di Clarina?- chiese al Pittore.
- No- rispose quello- pensavo fosse andata via.
- Ma come vuole che vada via, se starebbe sempre qui, in casa sua?
- Davvero?- esclamò il Pittore meravigliato- pensavo avesse un ragazzo.
Quello scosse la testa e aiutò Clarina ad alzarsi. Poi, la fece scendere e si avviò verso la porta.
- Povera Clarina - sospirò il fratello conducendola via- sei proprio un'ingenua.
Il Pittore guardò stranito i due che si allontanavano, si strinse nelle spalle e penso' meravigliato alle strane fantasie di certa gente.
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