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Segrete Sere D’estate

di Domenico De Ferraro
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Pubblicato il 05/08/2021 19:26:12

 

 

SEGRETE SERE D’ESTATE

 

Nelle azzurre sere d’estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l’erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.

Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna

A.Rimbaud

 

 

Segrete sere d’estate  mi hanno  preso per mano , mi hanno spinto lontano,  verso un altra poesia,  in un altro circolo di rinascite in  intimi versi nostalgici , figli  della lussuria.  E nella  rosseggiante aurora andrò , imbelle dei miei perché, suonando un strumento senza accordi,  suonerò ed entrerò in altre dimensioni , in  altri spazi possibili , sarò il canto perduto sul mare della conoscenza  . Ed il  fiume scenderà lungo  i canali e la città si desterà nel suo peccato . Solo  nell’ estate  a guardare volare  i colombi sopra  i tubi ed immobili rimarranno i prelati sopra gli altari di marmo. Mentre  l’amore mi ha lasciato prigioniero  a pensare che tutto potesse andare bene alla fine di questo canto.

 

Sono solo nel cuore dell’estate , sento caldo,  vado verso un altra definizione in un azione che ricalca la rima e ripercuote nella sua morale . Mi eleva per illogiche definizioni in memorie sepolte dentro l’animo e la notte e lunga ed io non conosco il  nome del mio amore neppure la gioia del suo corpo e m’abbonderò  in altre tragedie .sarò il personaggio insignificante sarò li a combattere mille pettegolezzi ingiurie tutti i figli in Trocchia che non si vogliono fare i fatti propri. E quando sarò famoso , come una statua sarò il signore della piazza e tutti i pazzi verranno a fare festa, verrà ,Elena dagli occhi celesti, verrà Augusto vestito da marinaio ,verrà Michele dalle orecchie d’elefante. Verranno i signori dell’assurdo verranno e copieranno le parole sopra i muri di pietra lavica la bella canzone dell’estate redenta.

 

E volto pagine e ricopio il mio copione la mia illusione la sparuta  esistenza che mi ha lasciato giocare con la vita. Con la sorte e con la donna di picche con il signore del quarto piano partito per le vacanze . Vicino al mare fanno feste le sirene e le donne sono nude nei miei pensieri. Sono qui che mi struggo nel peccato con una gomma da masticare  in bocca mi riempio di pentimenti e passioni  di orride rime  in ordine con ciò che sono  ad un passo dall’uscire da questa storia e chiamo ma nessuno mi risponde.

 

Cosa hai nascosto tra i tuoi seni di marmo, cosa nascondi dentro la tua  logica . Quando sarai la signora di questa tragedia sarai l’amante perfetta sarai la donna a cui tutti aspirano ad avere , sarai la donna di cuore, sarai la  cattiva donna della cantina ,ove io vado a bere con il mio cane che abbaia alla luna E domani partirò per la guerra partirò per essere ucciso da uno stolto straniero ai confini di questa meravigliosa nazione io andrò e cadrò per dare ed avere una medaglia di bronzo da appuntare sul petto. E verrà il signor sergente con le mutande tirate su e verrà l’aquila romana , Cesare con la sua Cleopatra .  la strada è lunga poi si accorcerà,  mi  rimanderà ad un gioco di parole  misteriose che fioriranno nel vaso della signora grassa e accigliata scollata che ancheggia nella mia ragione di uomo perbene di uomo perduto nella sua età . Cangio mi distruggo da solo  forse questa e la strada che percorrerò in questa notte d’estate con il mio angelo custode.

 

Sono qui che ballo, in me una morale civile, mi elevo,  volgo verso altri lidi in altre pagine immagino un altra vita un altra avventura verso questo discendere e ritornare alla storia che sarà chiamata madre di civiltà che sarà chiamata santa dal popolo ed e il canto del popolo si udirà di nuovo sotto le volte delle  sante chiese . E scenderai e salirai e partorirai con dolore nella rima con indosso una veste , versi scritti  sopra un  foglio,  chiuso  dentro un portafoglio dentro questa voglia di uscire ed entrare da una fessura più stretta di una strada. 

 

 

Cammino a  testa in giù nell’estasi dell’estate che avanza nella canzone . nella mia   disperazione nella  tua bellezza  che ritorna danzando, ritorna indietro con  le sue scarpe rotte nell’esistenza di mezzo nell’ebbrezza   fuggente, gemendo, errante in questa illusione. Lasciandomi andare  in uno slancio di concetti piccioli come gli occhi di un bambino

Guardo il mondo da un oblò

Sopra un oceano di spazio infinito

Immagino tutto possa essere diverso ,tutto possa essere questo cammino a ritroso nell’ossesso dei  sensi . E la mia canzone si disperde nel bene e nel male nell’oscurità  che avanza e nasconde  i suoi peccati commessi .  Nell’ossesso di un verso nell’ossesso del sesso.  Fuoriesco  dalla bocca vaginale ,dall’ano torbido, dal corpo di un dio sudato, messo ad asciugare al sole dell’estate sopra una spiaggia senza saggezza.

Le montagne  , roccia sopra  roccia sono come  bolle nel vuoto

Vanno  dove gli pare  verso il cielo mi porteranno in altri infiniti ed altri dilemmi mi porteranno dove l’amore si piega alla sorte si piega nella sera dell’estate redenta ed io vivrò del mio vivere del mio soffrire delle mie rime gialle , rosse , verdi e turchini che saltellando per strade vicino al mare della mia giovinezza.

Diventano  elle Stelle cadenti nella notte incantevole, le quali  mi accompagnano passo dopo passo verso una poesia, mi accompagneranno dove questa storia nacque ,dove le acque di questo mare hanno bagnato le sponde di isole meste, isolati atolli vulcanici, covi di ipocriti  ippogrifi medicei . Tutto verrà a galla la ragione e la donna con la sua saggezza  con la sua bellezza di donna matura nel peccato . Risalirò nuotando incontro alle correnti letterarie risalirò il traffico del mattino e mi lascerò andare alla corrente del mio pensiero alla sorte che cambierà l’abito e la mia storia la mia leggenda , leggera come il vento, nell’estate. mi desterò e riposerò nel sogno d’amore che mi spinge ad andare incontro al domani e sono l’amore il bene profondo sono il mondo e il suo divenire sereno che medita dentro il suo letto. Sono questa ruota che gira all’incontrario nella vita che verrà e mi porterà ad amare un altra donna ed un altra sorte un altra viaggio intorno al mondo.  sono e non ritorno ad essere la mia specie esistita. 

Struggendomi nel nerofondo

Ma, ahimè̀, non sento mai arrivare la fine

Perché non mi lasci andare

Pigliati una pastiglia

Fatti una canna

Affitta una camerella

Portati una nammuratella

Una bottiglia di vino primitivo

Oste cosa hai messo nel vino

Acqua mio caro

Noi  che camminiamo incollati alla terra

Come blatte con il cervello grosso

 

Ignoranti di dove siamo,  come,  cosa, a testa in giù̀ da folli,

Inutile dire c’è lo fatta

Era tutto un utopia

Figlio hai messo nel frigo la bottiglia

Figlio hai messo da parte un pizzico di questo sentimento

Padre sono ritornato a visitarti

Sei ritornato a pregare

Sono ritornato ad amare

Il mare e grande

Le isole lontane

Il mare divide le terre

Inutile parlare di governi & di storia,

Il Vesuvio la più̀ bella montagna che ho mai visto,

Non fa che stare in mezzo al cielo  essere montagna,

Un'accozzaglia di roccia a due punte

Una donna gravida

Sospesa  nello spazio

O tremendo infinito spazio silenzioso

Tutto va verso la testa

Ed ella  giace  ignuda , per gli uomini

Come se fosse  Il succo di questa storia

Così le cime dei monti ,tacciano nelle sere d’estate

Sotto le stelle nell’oscurità del nostro essere  musica, mare ,cielo , terra.


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