Tuoni e lampi si sbagasciavano ovunque. La pioggia veniva e accadeva come qualcuno la mandava. E la casa li aspettava.
Appariva lì sulla collina, come compete ad ogni casa lugubre che ospita spiriti fantasmi e co. Le finestre sbrindellate e spente , i muri scrostati, il colore livido ancora di più illividito dalle esternazioni del tempo.
I tetti erano tre: quello grande centrale e gli altri due più piccoli, uno per lato ad altezza di spalle, tutti a sesto acutissimo.
I convenuti senza convenevoli avanzavano dentro dei mantelli come scuri carbonari.
Il portone d’ingresso posto sopra un largo patio non aveva bisogno di chiavi. Benché pesante e tozzo, il legno ne era bucherellato e bastava spingere con mano determinata per aprirlo. O possedere un piede da piazzista.
Entrarono in mistico rispetto. Tutto era stato preparato non importa da chi: Un ampio tavolo a tregambetre con relative sedie intorno e, sempre intorno e a far da cornicette, dei canterani dalle forme senza precisa forma con sopra delle grosse candele a lumeggiare.
Si sedettero. Uno di loro parlò.
- Ora senza perdere tempo entreremo in un mondo senza tempo. Concentriamoci. Uniamo le mani. Iniziamo seduti la nostra seduta spiritica. La presenza si manifesterà.
Ci fu silenzio di umanità, perché da fuori il fragore della pioggia con annessi e connessi non si risparmiava.
Ad un tratto anche il temporale tacque per far spazio ad un botto purulento:
- Chi sei?
Nessuna risposta. Ehm … meglio cambiare il termine perché potrebbe confondersi con qualche altra cosa. Diciamo quindi muta attesa.
E poi :
- C’è nessuno?
- Sììììì ….
- Nessuno … chi?
- Nievaaa
- Che nome strano. Chiarisci per favore. Eri uomo o donna?
- Donna e la davo a beeereee fingendomi uomooo. Ho ubriacato un sacco di fessiii!
- Dicci qualcosa di più.
- Ero lo spezzatino di me stessaaa. In verità una sella senza cavallooop. Mi chiamavo così perché oltre a essere un nessuno, nessuno lo sapevaaa.
Sopraggiunse un lampo e …
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr !
La pernacchia di un tuono sradicò definitivamente porte e finestre dell’occulto ritrovo dando nuova aria al luogo, e disperdendo la nulla presenza chissà dove.
- Già fatto? Domandò uno del gruppo con un nodo ingroppato in gola e una siringa in vista.
- Che volete vi dica ... il lampo e il tuono sono astemi e la sanno lunga.
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